Milano, Studio Atomaa trasforma 150 mq in un edificio anni 60

26/05/2023 - “Più di una volta, tornando in questa casa, ci siamo trovati ad accarezzarne le superfici, in un gesto distratto ed istintivo. Mano su materia. E illuminati ci siamo accorti che la materia è diventata media, fra la nostra mano, quella che la usa, e la mano di chi gli ha dato una forma”.  Lo studio milanese Atomaa introduce così la ristrutturazione di un appartamento di 150 mq a Milano, all’interno di un edificio Anni 60 in una delle zone eleganti della vecchia borghesia meneghina, non lontano da Corso Indipendenza. Un progetto dove è protagonista il fatto a mano e la ricerca materica delle superfici tattili e cromatiche. Una casa con grandi spazi conviviali e una serie zone private dove ritirarsi o addirittura nascondersi, in una successione di stanze che dischiudono altre stanze.  “Gli abitanti di questa casa possono nascondersi nell’intimità di queste stanze; o scegliere, quando il tempo è maturo, di ritrovarsi.. Continua a leggere su Archiportale.com

Milano, Studio Atomaa trasforma 150 mq in un edificio anni 60

26/05/2023 - “Più di una volta, tornando in questa casa, ci siamo trovati ad accarezzarne le superfici, in un gesto distratto ed istintivo. Mano su materia. E illuminati ci siamo accorti che la materia è diventata media, fra la nostra mano, quella che la usa, e la mano di chi gli ha dato una forma”.  Lo studio milanese Atomaa introduce così la ristrutturazione di un appartamento di 150 mq a Milano, all’interno di un edificio Anni 60 in una delle zone eleganti della vecchia borghesia meneghina, non lontano da Corso Indipendenza. Un progetto dove è protagonista il fatto a mano e la ricerca materica delle superfici tattili e cromatiche. Una casa con grandi spazi conviviali e una serie zone private dove ritirarsi o addirittura nascondersi, in una successione di stanze che dischiudono altre stanze.  “Gli abitanti di questa casa possono nascondersi nell’intimità di queste stanze; o scegliere, quando il tempo è maturo, di ritrovarsi..
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